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Happiness, la felicità dell'uomo moderno secondo un'animazione.


Tutti agli animali, umani inclusi, cercano la felicità, l'unica differenza è che questa è molto diversa, o almeno molto complessa per quanto riguarda la specie umana. Ad esempio chi ha un cane o un gatto può osservare che questi trovano la tranquillità e la felicità se hanno cibo, un posto comodo dove dormire, uno spazio per fare esercizi (anche i chihuahua poiché loro sono in grado di camminare come qualunque altro cane), e una sana vita sociale. 

Vestiti, accessori, colore della coperta o della cuccia, e via dicendo non rientrano negli interessi degli animali ma nei nostri, per un animale importa soltanto se il posto dove sta è accogliente, lo mantiene al caldo o al fresco dipendendo dalla situazione (anche in natura gli animali si spostano per cercare condizioni più soddisfacenti). 

Quando ho adottato la mia gatta ho acquistato dei tunnel per farla giocare, uno carino a forma di drago e un'altro semplicissimo e lei preferisce il secondo non so perché. Avevo acquistato anche una cuccia ma lei preferisce un cesto di vimine che tra l'altro era uno di quelli che regalano a natale insieme a cibarie varie. Per non parlare di quelle volte in cui i gatti preferiscono giocare con le scatole di cartone.

Insomma questo breve esempio serve solo per sottolineare la nostra complessità poiché già dai primordi della civiltà l'uomo aveva messo la creatività in moto per creare oggetti in grado di facilitare l'esecuzione delle attività di tutti i giorni. Per quanto riguarda gli animali, molti affermano che non sono dotati di intelligenza e dunque sarebbero inferiori alla specie umana, io invece credo che gli animali siano intelligenti però a modo loro poiché riescono a trovare soluzioni per i loro piccoli e grandi secondo un loro ragionamento, che se pur diverso dal nostro, in ogni modo funziona tanto che e oggi esistono studi che cercano di decodificare la chiamata intelligenza animale (io considero la mia gatta un piccolo genio)!

Tornando alla specie umana, la sua complessità ha innescato una serie di necessità che vanno molto oltre alla ricerca del cibo e del posto comodo dove dormire, e se da un lato questo cervello così elaborato ha portato alla creazione di tante cose utili e/o belle, dall'altra parte siamo arrivati ad un punto in cui nulla ci soddisfa più e quindi molti non smettono più di cercare questa cosiddetta felicità e quindi viviamo eternamente scontenti.






Allora consumismo fu una risposta all'incessante ricerca della felicità, quindi più cose compri e più sei felice e importante, il problema è che questo modo di pensare è stato stimolato sempre di più al punto che che oggi le persone non hanno nemmeno il tempo di godere quell'oggetto poiché domani sarà già fuori moda e occorre acquistarne altro, oppure non si vive pienamente la esperienza di un viaggio perché l'importante è scattare la foto, postare e poi via alla ricerca di un'altra cornice. Insomma è l'eterna corsa per "acquistare la felicità". Abbiamo già toccato l'argomento in un altro post in cui tema erano due documentari che collegavano il consumismo, soprattutto quello massificato, e l'impoverimento delle persone e dei territori che devono rifornire il mercato del fast fashion ad esempio. 


Il problema è che questo sistema in realtà rende le persone infelici, depresse, nervose, e anche infantilizzate, perché se non ha quello che vogliono possono diventare davvero pesanti come dei bambini capricciosi, e un'altra conseguenza di questo comportamento è il crescente logoramento dell'ambiente che non è più in grado di sostenere questi ritmi basati su una vanità puerile ed esagerata, in realtà nemmeno i cervelli delle persone stanno sopportando più questa situazione tanto che molti si stanno letteralmente spegnendo, ovvero il famoso "pensaci tu e poi dimmi cosa devo fare e pensare", cosa tra l'altro molto pericolosa!

Molti autori, documentaristi, fumettisti di tutto il mondo stano cercando di dare un messaggio diverso attraverso il loro lavoro, e credo che valga la pena conoscere le loro opere. Uno di questi artisti è un illustratore e animatore inglese chiamato Steve Cutts. Lui ha creato un'animazione molto interessante usando dei ratti al posto degli esseri umani, ispirandosi alla corsa che fanno i topi di laboratorio nelle loro gabbie, una corsa inutile e che non porta da nessuna parte (che nessuno faccia l'analfabeta funzionale credendo che qualcuno stia difendendo l'uso di topi, gabbie per topi ecc per favore), la stessa corsa che metaforicamente stiamo facendo anche noi esseri umani.

Lascio il video che si chiama Happiness eppure l'indirizzo della pagina web di questo artista:




http://www.stevecutts.com/





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