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il ritrovamento delle rocce di plastica e i loro messaggio per il futuro.

il ritrovamento delle rocce di plastica e i loro messaggio per il futuro.


Rocce: aggregati naturali di minerali che si formano attraverso processi geologici e che costituiscono la crosta terrestre. Possono essere formate dalla solidificazione del magma o della lava, o dalla deposizione e consolidazione di sedimenti, oppure il risultato dalla trasformazione di altre rocce a causa dell'alta pressione, della temperatura o di fluidi chimicamente attivi. Però a quanto pare sarà necessario aggiungere un altri tipo di formazione molto particolare. 


Considerazioni inziali.

Gli esseri umani possono creare rocce? O soltanto Madre Natura ha la capacità per creare queste opere prime naturali? La notizia è che oramai anche l'uomo è in grado di crearle e non era nemmeno consapevole fino a qualche anno fa, e per realizzare sta utilizzando un materiale che sfortunatamente sta diventando sempre più abbondante nei nostri mari: la plastica, però adesso non parliamo più di detriti ma di masse uniformi che mimano perfettamente le rocce naturali. In ogni modo prima di approfondire l'argomento facciamo un salto virtuale all'Isola di Trindade in Brasile punto dove sono state trovate queste strane "formazioni geologiche".


Ecco le coordinate per Google Earth: Isola di Trindade.


Formazione geologica dell'Isola.


Trindade è un'isola vulcanica al largo della costa dello Stato dello Espirito Santo in Brasile e forma un arcipelago assieme alla vicina isola di Martim Vaz. Conta con una superficie di 9,2 km2 e si trova a 1167 km di distanza dal continente, l'unica località presente sull'isola è la Postazione Oceanografica dell'Isola di Trindade (POIT), una Ente militare della Marina del Brasile. Il suo territorio presenta numerosi centri vulcanici e l'attività più recente si è verificata circa 50.000 anni fa al vulcano "Paredão" che rischia di scomparire a causa dell'azione erosiva delle acque oceaniche, tra l'altro trattasi dell'unico vulcano ancora riconoscibile in  Brasile (strato-vulcano).

A Trindade esistono rocce intrusive (rocce magmatiche solidificate in profondità sotto la superficie terrestre) e piroclastiche (caratterizzate da una struttura porosa di bassa densità caratterizzata dagli spazi vuoti creati dai gas vulcanici durante l'eruzione).


La scoperta.

La geologa brasiliana Fernanda Avelar Santos (sinceri complimenti a lei), ricercatrice dell'Università Federale dello Stato del Paraná (UFPR) in Brasile ha fatto questa scoperta durante i lavori di mappatura geologica del territorio. Il ritrovamento inedito in Brasile, ha rivelato la presenza di rocce identiche a quelle naturali anche se composte da materiale plastico proveniente soprattutto dalle reti da pesca trasportate dalle correnti marine. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Marine Pollution Bulletin.

Una squadra multidisciplinare formata da geologi, chimici e oceanografi ha studiato i campioni  ha costatato che i materiali trovati sull'isola hanno aspetto, consistenza e solidità simili a quelli delle rocce naturali visto che sono il risultato della fusione del materiale plastico con i sedimenti naturali cioè sabbia, ghiaia, rocce vulcaniche e altri materiali biogeni. Queste rocce sono state trovate in una zona tra le maree dove la concentrazione di inquinamento plastico proveniente dal mare è più consistente. 

Il processo di formazione  è rapido e dipende da tre fasi in cui l'essere umano agisce come il principale agente geologico: la disponibilità di rifiuti plastici nell'ambiente marino e costiero (principalmente corde da pesca), l'organizzazione e la deposizione dei rifiuti in un luogo sulla spiaggia e l'aumento della temperatura dell'ambiente che fonde la plastica con i sedimenti della spiaggia formando il cemento plastico e poco tempo dopo le rocce. Quindi sono rocce ibride equivalenti a quelle naturali che partecipano alla dinamica naturale della spiaggia ma sono comunque prodotti dell'azione umana.

Non è la prima volta che si trovano simili rocce sulle spiagge tanto che esistono altre pubblicazioni sull'argomento e il primo resoconto è stato fatto alle Hawaii (USA) e da allora sono stati segnalati anche lungo la costa della Cornovaglia (Inghilterra), nella costa interna del mare di Seto (Giappone), sull'isola del Giglio (Italia), sull'isola di Madeira (Portogallo) e lungo la costa del Perù, ma l'originalità e la peculiarità del ritrovamento in Brasile la scoperta di un raggruppamento di diversi tipi di formazioni in un unico luogo.


L'impatto.


La zona fa parte della "Amazonia Azul" o Amazzonia Azzurra ed è un termine utilizzato in Brasile per descrivere l'immensa zona economica esclusiva del paese che si estende per circa 3,5 milioni di km² lungo la costa atlantica. Quest'area è caratterizzata da una grande varietà di habitat marini, tra cui barriere coralline, mangrovie, estuari e piattaforme continentali perciò è ricca di biodiversità. Il nome è stato scelto per richiamare la vastità e l'importanza ecologica dell'area paragonandola alla vasta foresta pluviale dell'Amazzonia nota come "Amazonia Verde".

L'Isola da Trindade è una importante riserva marina dell'Atlantico Sud e il luogo della scoperta si trova vicino alla grande zona di nidificazione delle tartarughe Chelonia mydas  e fa parte della spiaggia delle Tartarughe che tra l'altro è anche l'habitat naturale di diversi uccelli marini e granchi e per questo motivo è considerata un monumento maturale, cioè è un'area legalmente protetta e riconosciuta dal governo come avente un valore scientifico, paesaggistico, storico, culturale, estetico, turistico ed ecologico. Ospita un ecosistema fragile e unico che include specie endemiche di pesci oltre alle barriere coralline con formazioni geologiche e habitat unici che devono essere preservati. Gli impatti di queste rocce composte da plastica devono essere investigati visto che sono una potenziale fonte di microplastica per tutta la regione e una fonte di problemi per la biodiversità.

Il Tempo Geologico è una vasta scala cronologica che si estende per miliardi di anni ed è utilizzata per misurare il tempo trascorso dalla formazione della Terra fino ad oggi, e anche per classificare e datare importanti eventi geologici come la formazione dei continenti, l'evoluzione della vita e la storia climatica della Terra. La scoperta delle rocce ibride artificiali è un'altra prova, nonché un avvertimento che l'impatto umano, così come i suoi rifiuti, sono così presenti nell'ambiente da iniziare ad influenzare processi precedentemente considerati essenzialmente naturali come appunto la formazione delle rocce. Il tempo geologico rivelerà il quanto questo fenomeno sarà rilevante per il paesaggio marino e terrestre.

Tra l'altro la loro presenza in una riserva marina isolata e praticamente disabitata ha evidenziato uno dei problemi ambientali più gravi e complessi del mondo contemporaneo: la produzione eccessiva di plastica e soprattutto quella dei cosiddetti prodotti usa e getta oltre all'incapacità di contenere la loro dispersione.

L'impatto della presenza e continua formazione delle rocce ibride artificiali sono ancora materia di studio ma è ormai noto che i derivati del petrolio non trattati e finiti in mare influenzano la biodiversità marina, ma quello che desta un'ulteriore preoccupazione è che questa scoperta ci indica che l'azione umana non sta influenzando soltanto il clima ma anche la formazione geologica del pianeta, tra l'altro questo percorso artificiale è anche molto veloce, quindi è necessario utilizzare materiali più ecocompatibili come ad esempio il vetro e fare molta attenzione al trattamento e alla destinazione dei rifiuti, oltre a riciclare ed investire sull'economia circolare. 

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