Smacchiare i vestiti! alcune pratiche molto antiche sono ancora molto popolari ma solo in certi paesi e località come ad esempio quella di sbattere i vestiti insaponati contro le rocce e lavatoi in cemento per eliminare le macchie (strano ma funziona), mentre altre non sono mai state completamente abbandonate e lo dimostra il massiccio utilizzo di additivi e ingredienti naturali per avere capi d'abbigliamento perfettamente puliti.
Un po' di storia.
L'uso del sapone per il bucato è una pratica molto antica che risale a diverse migliaia di anni fa, Inizialmente, l'obbiettivo era quello di rimuovere le macchie dalle stoffe ma con il tempo la funzione si è evoluta in quella di igienizzare e disinfettare. Babilonesi e Assiri hanno fatto passi avanti nella produzione del sapone aggiungendo profumi e spezie per ottenere un prodotto ancora più efficace, e i Romani hanno continuato sulla stessa linea usando il sapone sia per il bucato che per la pulizia del corpo.
La produzione e l'uso del sapone diminuì notevolmente durante il Medioevo visto che la pulizia personale e anche della biancheria non era considerata una pratica essenziale, tornando ad essere utilizzato su larga scala nel periodo del Rinascimento grazie ad una nuova consapevolezza dei bisogni igienici e ai progressi tecnologici che hanno permesso di migliorare la produzione.
Nel XX secolo, l'introduzione di detergenti sintetici ha cambiato radicalmente il mercato del sapone per il bucato, tuttavia, la sua funzione principale di rimuovere le macchie e igienizzare i tessuti è rimasta immutata per millenni tanto che non è mai sparito dagli scafali dei negozi nonostante la vasta offerta di detersivi di tutti i tipi.
In ogni modo nonostante l'efficacia del sapone e dei detersivi moderni, gli additivi chimici o naturali non sono mai mancati nell'angolo lavanderia e da sempre sono stati utilizzati per migliorare la capacità pulente, smacchiante e sgrassante dei prodotti per il bucato. Un esempio del passato ma che negli ultimi tempi ha avuto una certa rinascita è l'uso della cenere o liscivia, un interesse motivato soprattutto dalla sensibilità verso la natura. In altri tempi la cenere raccolta dalle stufe a legna o dai camini veniva mescolata con acqua calda, decantata e quindi filtrata, e il liquido ottenuto veniva utilizzato come detersivo. In ogni modo ingredienti come il sale da cucina, il bicarbonato, l'aceto, il succo di limone e tanti altri sono ancora utilizzati per migliorare il risultato finale del lavaggio.
Il passo passo di oggi prevede l'uso del sapone di marsiglia o altro sapone vegetale adatto per il lavaggio de vestiti e alcuni ingredienti naturali come il bicarbonato di sodio e le patate che serviranno per tentare di risolvere un problema molto comune: "errore di lavatrice e macchie di colore sui capi d'abbigliamento".
Passo passo: eliminare le macchie di colore.
- Bollire acqua quanto basta per immergere completamente il capo d'abbigliamento da trattare.
- Spegnere la fiamma e aggiungere (per litro d'acqua): 1 patata con buccia, 1 cucchiaio di zucchero bianco, 1 cucchiaio di bicarbonato, 2 cucchiai di alcol (per le pulizie o alcol di cereali) e da 2 a 3 cubetti di sapone di circa 2 cm oppure 2 cucchiai di scaglie (la quantità di sapone dipende dall'intensità della macchia dunque aumentare la quantità se il colore è molto forte e/o tenace).
- Chiudere la pentola e lasciare in ammollo per 24 ore.
- Lavare a mano o in lavatrice utilizzando poco detersivo scegliendo una temperatura tra 40/60 gradi (guardare l'etichetta del capo d'abbigliamento). Aggiungere acqua ossigenata da 20, 30 o 40 volumi al lavaggio oppure percarbonato di sodio (mai sulla lana vera o sintetica) o candeggina delicata (all'ossigeno attivo) in caso di tessuto bianco o molto chiaro.
Attenzione: per quanto riguarda la lana (naturale o sintetica) sostituire il sapone di marsiglia con un detergente neutro o per lana oppure uno shampoo per capelli, e non utilizzare il bicarbonato di sodio. Stesso discorso per tessuti molto delicati.
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