Il rosmarino (Rosmarinus officinalis) è un arbusto tipico del Mediterraneo e la sua presenza è molto apprezzata nei giardini, balconi e terrazze poiché trattasi di una pianta ad uso alimentare di facile coltivo, resistente e ricca di profumo che tra l'altro si intensifica man mano che le temperature si rialzano, però come ogni pianta anche il rosmarino ha le sue esigenze e i suoi nemici e la mancata osservanza di tutti questi fattori può portare la pianta alla morte.
Molte volte può capitare che in alcune zone dell'arbusto ci siano delle parti scure e secche, oppure delle foglie ingiallite e ruvide che indicano le cose non stanno andando bene e che senza un intervento mirato la pianta deperirà. Innanzitutto vediamo quali sono le esigenze della pianta che dobbiamo osservare:
a) Illuminazione: il rosmarino ha bisogno di sole e non solo di luminosità e quindi se il vaso è stato posizionato in una zona che seppur luminosa non riceve sole diretto per almeno 6 ore al giorno è probabile che la pianta vada in sofferenza.
b) Innaffiatura: il rosmarino preferisce un terreno ben drenato e un po' asciutto, non bisogna esagerare con l'acqua e soprattutto durante l'inverno.
c) Terreno: ben drenato, non molto compatto, fertile ma non troppo e la cosa più importante è che possa asciugarsi velocemente. Per renderlo più "ossigenato" si può aggiungere dei lapilli grossolani al terriccio.
d) pH: da 6 a 7, quindi da acidulo a neutro e siccome l'acqua del rubinetto è ricca di calcare dunque alcalina sarebbe necessario correggerla poiché il suo pH alcalino impedisce l'assorbimento di molti minerali importanti per la pianta. Quindi sarebbe indicato aggiungere una certa quantità di aceto (1 cucchiaio scarso o 2 cucchiaini per litro d'acqua) per acidificarla, oppure raccogliere l'acqua piovana che ha un pH leggermente acido.
e) Zolfo e concime: a volte il problema è la mancanza di un elemento fondamentale: lo zolfo! Se questo minerale scarseggia la pianta va in sofferenza, e anche altri minerali come ad esempio il ferro sono essenziali per la pianta perciò bisogna sia integrare che controllare il pH del terreno perché come spiegato un pH molto alcalino riduce l'assorbimento dei nutrienti.
Gli altri fattori da osservare sono i parassiti e ci sono due in speciale che possono prosciugare il rosmarino:
a) Cocciniglie: Si proliferano soprattutto se le temperature sono medio/basse e il terreno è umido ma in ogni modo le piante aromatiche come rosmarino e salvia sono dei bersagli delle cocciniglie. Dunque e il rosmarino inizia a perdere foglie e si seca è probabile che questi parassiti bianchi del corpo morbido stiano prosciugando la pianta.
b) Ragnetti rossi: in alcuni casi arrivano ad avvolgere la pianta con una ragnatela bianca però nei casi più "normali" vediamo piccole ragnatele nascoste tra le foglie. I ragnetti aggrediscono le foglie facendole diventare gialle e ruvide.
c) Formiche: non attaccano direttamente il rosmarino ma possano nascondersi sotto la terra dei vasi e anche "allevare" altri parassiti dannosi per le piante.
Come combattere questi parassiti?
Ci sono alcuni rimedi naturali come la saponata allo zolfo, il decotto di aglio, il decotto delle foglie di pomodoro o l'applicazione di acqua saponata con detergente per piatti liquido o shampoo neutro 100% biologico (rigorosamente biologico) nella proporzione di 1/2 cucchiaino per 500 ml di acqua.
Un altro rimedio molto consigliato per combattere le cocciniglie è il Sole e quindi vale la pena esporre la pianta al sole e se l'arbusto è molto fitto vale la pena potarlo per fare entrare aria e sole anche all'interno dell'arbusto. Per quanto riguarda le cocciniglie vale la pena schiacciarle il più possibile con un rametto e quindi spruzzare la zona con la saponata o altro rimedio insetticida.
ATTENZIONE: Se le infestazioni sono ricorrenti e la pianta si riempie di parassiti allora è probabile che stiano mancando nutrienti o la pianta è coltivata in un posto o in condizioni inadatte e perciò non è in grado di difendersi da sola, quindi la presenza di parassiti è anche un indicatore di una carenza che inevitabilmente rende la pianta più suscettibile agli attacchi.