Passa ai contenuti principali
.

Orti in piccoli spazi e i risultato delle coltivazioni: la esperienza con l'autoproduzione della bieta in vaso.



Anche gli spazi più ridotti possono diventare dei piacevoli angoli verdi trasformandosi in mini giardini e/o orti ricchi non solo di specie puramente ornamentali ma anche di quelle utili per l'alimentazione e si può andare addirittura oltre e avventurarsi  nel mondo delle piante medicinali e cosmetiche. Durante e dopo la pandemia del nuovo coronavirus l'interesse per le piante è cresciuto moltissimo tanto che il parlare del fenomeno delle urban jungle cioè delle abitazioni trasformate in delle vere foreste esotiche è davvero esploso. Sono stati in molti a decidere di trasformare la propria casa e soprattutto i balconi, terrazze e gli eventuali fazzoletti di terra (molto comuni nelle vilette a schiera) in degli spazi verdi produttivi cioè ricchi non solo di piante decorative ma anche di quelle  tipiche delle zone più rurali, in ogni modo chi segue il blog Vivere Verde da qualche anno sa che questo argomento era già presente molti anni prima del lockdown.
 




Sono stati dispensati diversi consigli su come coltivare questa o quella pianta (ci saranno tanti altri ancora) ma ogni tanto si parlerà anche del "dopo" cioè lo sviluppo, la crescita, velocità di produzione e via dicendo per capire se vale la pena investire o meno in un determinato tipo di coltura. La pianta di oggi è molto apprezzata in cucina ed è la bieta ricca di vitamine A, C, K (antiemorragica ed essenziale per la salute delle arterie e vasi sanguigni), calcio, ferro e proteine, chi è predisposto ad avere calcoli renali deve stare un po' attento perché questa verdura contiene ossalati quindi bisogna bere acqua e mangiarla di preferenza cotta, oppure se si assumono farmaci anticoagulanti perché la bieta è appunto un antiemorragico. 

Autoproduzione della bieta in vaso: riassunto (abbiamo parlato in modo più specifico qui), esperienza personali e risultati:





  1. Innanzitutto la bieta come quasi la totalità delle le piante ha bisogno di Sole quindi un luogo ben ben esposto parte già molto avvantaggiato, sopporta anche il sole indiretto ma ciò rallenta la crescita soprattutto nei mesi più freddi.
  2. Temperatura ideale: un intervallo tra 15 e 20 gradi è ideale ma si può procedere anche quando le temperature sono più alte o basse, utilizzare un telo in tnt per proteggere la pianta dal freddo e posizionarla in luoghi meno caldi durante l'estate (in questo caso il sole indiretto durante le ore più calde è appropriato).
  3. Substrato: terriccio universale di buona qualità, non troppo compatto oppure terriccio per piante da orto. Non ho fatto uso di argilla espansa o altri inerti, comunque qualche pietra lavica (vivai) in mezzo al substrato contribuisce al passaggio dell'aria favorendo l'ossigenazione delle radici. 
  4. pH: da 5 a 7 quindi leggermente acidulo a neutro, per quanto riguarda le piante in vaso sarebbe indicato aggiungere mezzo cucchiaio di aceto (rosso o bianco) nell'acqua (1/2 cucchiaio di aceto X 1 litro d'acqua del rubinetto), non bisogna correggere l'acqua ogni volta che si innaffia  ma ad esempio 3 volte no e una sì. Si può sostituire l'aceto con acido citrico.
  5. Innaffiatura: acqua piovana (ideale) e acqua acidula (come spiegato nel punto 4), sempre umido ma mai zuppo.
  6. Seminatura: parliamo di coltivazione in vaso quindi i semi vanno piantati a circa 1 cm di distanza uno dall'altro. 
  7. Raccolto: tagliare vicino alla base (2 cm) senza strappare la radice.
  8. Riposizione: dopo alcuni tagli forse sarà necessario spargere qualche seme nel vaso e coprendoli con poco substrato cioè quanto basta per proteggerli dal vento e dagli uccellini.
  9. Concime: fai da te (guardare i post dedicati alla concimazione fai da te), oppure humus, compost o concimi biologici universali o per piante da orto. 
  10. Vaso: media grandezza (20 a 25 cm).
  11. Parassiti: Muffe e insetti/larve come il minatore e tanti altri, alcuni rimedi: saponata allo zolfo,  decotto alla cannella e/o ai chiodi di garofano  e frullato di gel di aloe (spruzzare le foglie con i preparati). Innaffiare almeno una volta al mese con decotto alla cannella/chiodi di garofano oppure una miscela di acqua (1 litro) e acqua ossigenata 10 volumi (1 cucchiaio) nel caso di infestazioni gravi nel substrato (larve, insetti ecc.), o muffe sulle foglie (spruzzare il preparato sulle foglie). 

Bieta coltivata in una tanica da 5 litri riciclata. 



Dopo questo piccolo ripasso possiamo arrivare al dunque: vale la pena coltivare la bieta in vaso? La risposta è: assolutamente sì!

Trattasi di un vegetale che cresce e ricresce in fretta e di conseguenza ci permette di fare diversi raccolti ravvicinati, ovviamente bisogna prendersi cura della pianta ma ciò è una condizione necessaria per qualunque coltivazione  Tra la bieta, le lattughe da taglio, la rucola e il crescione la prima ha dato i migliori risultati in termini di volume e crescita, in ogni modo questa non è una statistica ma solo un racconto della propria esperienza orticola.




La bieta in vaso permette un buon ritorno a livello alimentare per tutti i motivi appena elencati ma siccome parliamo di coltivazioni in piccoli spazi possiamo avere un po' di foglie per fare una pasta, una frittata (ad esempio una frittata di ceci) o per arricchire contorni e insalate  e anche qualche risparmio di soldi o rimediare quando siamo un po' a corto. Se l'obbiettivo è quello di avere una grade quantità visto che trattasi di una specie molto produttiva allora bisogna dedicare diversi vasi a discapito di altre coltivazioni perdendo però in varietà. La bieta è un alimento perfetto per arricchire gli orti collettivi, di quartiere e urbani aiutando le famiglie, soprattutto quelle più bisognose, ad arricchire un po' la dispensa di casa.

_______

Vuoi seguire le nostre piantine da orto, giardino e ornamentali? Allora guardale su Instagram!

Post popolari in questo blog

Come togliere le macchie di prodotti acidi e/o aggressivi dai pavimenti.

 Le macchie provocate dai prodotti acidi hanno un aspetto ruvido e opaco ma è possibile trattarle utilizzando alcuni ingredienti e prodotti in grado di recuperare la lucentezza e della superfice rendendola più uniforme. Non sempre si riuscirà ad avere un risultato perfetto al 100% senza l'utilizzo degli appositi macchinari lucida pavimento ma si può almeno mascherare l'effetto opaco.   Prodotti che possono macchiare il pavimento:  Prodotti chimici molto acidi (acido muriatico, prodotti per scioglie il cemento, sgorganti, prodotti per il WC ecc.) oppure prodotti di pulizia che possono macchiare quando non diluiti adeguatamente  (anticalcare, sgrassatori, detersivo multiuso, disincrostanti ecc.) possono macchiare il pavimento in modo irreversibile, in ogni modo si può combattere l'effetto ruvido utilizzando ingredienti che siano in grado di ridare lucentezza e uniformità ai materiali Quindi in pratica bisogna "reidratare" e lucidare la superficie.  1. Cospargere la

Come risaltare l'odore del detersivo in lavatrice e come avere un bucato più profumato

Il profumo di pulito è importante quasi  quanto la capacità pulente del detersivo per il bucato e questo perché rievoca diverse sensazioni come la sensazione di freschezza e pulizia, il senso di benessere capaci di influenzare il nostro stato d'animo, l'effetto positivo sul nostro stato emotivo associato alla sensazione di relax e associazioni positive visto che gli odori sono associati a ricordi e esperienze gradevoli. Tuttavia esistono ingredienti capaci di profumare a lungo i tessuti senza ricorrere a sostanze sintetiche e addirittura dannose per l'ambiente. È molto importante che il bucato risulti pulito e smacchiato, tuttavia il profumo è un fattore molto importante mentre si sceglie il detersivo e gli additivi per la lavatrice. Talvolta anche i prodotti più efficaci non riescono a rendere i panni profumati a lungo, oppure la fragranza svanisce man mano che i panni asciugano. Metodi per rendere il bucato più profumato e ingredienti

Candeggina e Ingiallimento dei Tessuti

La varechina, o candeggina, contiene cloro, che è un agente ossidante. Questo significa che reagisce con altri elementi per formare nuovi prodotti. Quando la varechina viene a contatto con i tessuti, reagisce con le fibre del tessuto e le ossidando. Questo processo può causare l'ingiallimento dei capi. Informazioni sulla candeggina.   La candeggina è una soluzione acquosa di ipoclorito di sodio diventata popolare poiché viene utilizzata per disinfettare, sbiancare e pulire. La candeggina è stata inventata nel 1785 dal chimico francese Claude Louis Berthollet. Lui scoprì che il cloro, un gas che si trova nell'acqua di mare, poteva essere utilizzato per sbiancare i tessuti. In un primo momento la candeggina di Berthollet  venne impiegata esclusivamente in ambito industriale, ma gradualmente iniziò ad essere utilizzata anche per scopi domestici. Nel 1874, il chimico tedesco Carl Wilhelm Scheele scoprì che l'ipoclorito di sodio, un composto chimico presente nella candeggina, p