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Visualizzazione dei post da gennaio 5, 2010
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Come recuperare e pulire i tessuti bruciati.

Occorrono: Rasoio con lametta non molto affilata acqua ossigenata da 40 volumi Mela Rossa o cipolla bianca 1) Rimuovete le fibre superficiali bruciate con una lametta 2) Se i vestiti sono bianchi strofinate l'aria bruciata con acqua ossigenata. Poi bagnate ancora un po' la parte bruciata con l'acqua ossigenata, mettete il vestito in una busta o sacchetto di plastica chiuso e mettete sotto sole per un MINIMO di 1 ora. 3) Se i vestiti sono colorati, strofinate la parte bruciata con una cipolla tagliata al momento (o con una mela tagliata). Lavare dopo un MINIMO di 2 ore. In tutti i casi lavate alla fine in lavatrice con detersivo in polvere e 1 cucchiaio di sale.

Progetto per la raccolta dei tappi di sughero per la bioedilizia.

Avete di certo letto qualche nostro post dedicato al riciclo dei tappi di sughero. Questo materiale, il sughero appunto, è infatti utilissimo ed è sempre più importante per il campo dell'edilizia, per cui è molto importante riutilizzarlo piuttosto che gettarlo nella spazzatura. A questo scopo è stata creata un'iniziativa molto interessante e creativa a Milano, appunto da un'idea è venuto fuori in vero e proprio progetto. Adesso a Milano è possibile raccogliere i tappi di sughero per portargli a dei punti di raccolta. Il sughero granulare ricavato dalla macinazione dei tappi serve come isolante termoacustico, un materiale di bassissimo impatto ambientale. Infatti abbiamo già parlato di questa capacità isolante del sughero in bioedilizia. Questa iniziativa importantissima è stata creata dall'Associazione "A BRACCIA APERTE" e in tanti hanno aderito a questa campagna: scuole materna, elementare e media, botteghe del commercio equosolidale, oratori, diversi punti

L'uso costante di detersivi può creare dei batteri più resistenti

Una ricerca realizzata da alcuni scienziati irlandesi, specialisti nello studio di tecniche per combattere le infezioni ospedaliere, hanno scoperto che gli antisettici possono creare dei batteri più resistenti non solo a questi prodotti ma anche agli antibiotici. Gli scienziati dell'Università Nazionale dell'Irlanda in Galway arrivarono a questa conclusione dopo aver messo una buona dose di disinfettante a delle colture di un batterio chiamato "pseudomonas aeruginosa" responsabile per le infezioni negli ospedali. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Microbiology, il batterio ha sopravvissuto al disinfettante e il suo DNA ha sofferto in cambiamento facendolo diventare più resistente agli antibiotici del tipo ciprofloxacina nonostante non sia stato esposto a questo medicinale. I disinfettanti sono uttilizati come si sa per pulire le superfici con l'obietivo di evitare le proliferazioni batteriche. Però, secondo Gérard Fleming, l'autore principale dello st